La Ricerca in Osteopatia
Da circa 15 anni portiamo avanti progetti di ricerca scientifica presso l’AOU Meyer di Firenze, dove siamo presenti in diversi reparti e in particolar modo nell’Unità Operativa di Neurochirurgia. Dal 2011 abbiamo creato e sviluppato l’Ambulatorio di Osteopatia Pediatrica all’interno dell’Ospedale, in regime di convenzione con la Regione Toscana, dove vengono trattati circa 40 bambini a settimana.
Il team di osteopati responsabili della Ricerca Scientifica ha prodotto nel corso degli anni Ricerche particolarmente interessanti che contribuiscono alla diffusione della conoscenza in osteopatia pediatrica in Italia e nel Mondo.
E’ stato pubblicato ufficialmente su Toscana Medica, magazine mensile a cura dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Firenze, lo studio osservazionale costruito al fine di valutare l’efficacia del Trattamento Manipolativo Osteopatico (TMO) nei pazienti pediatrici seguiti presso l’UO di Neurochirurgia ad indirizzo pediatrico dell’AOU Meyer di Firenze.
Lo studio è stato portato avanti dal nostro team di osteopati pediatrici dal 2014 al 2018, in collaborazione con il reparto di Neurochirurgia, focalizzandosi sulla valutazione del dolore, dei tempi di degenza, della riduzione del carico farmacologico e della ripresa scolastica.
Molto interessanti sono stati i risultati emersi dall’analisi dei dati che aprono scenari importanti nell’ottica della possibile presenza degli osteopati nelle strutture sanitarie pubbliche italiane.
I pazienti pediatrici arruolati nello studio sono stati complessivamente 1.573. I soggetti che hanno ricevuto trattamento osteopatico, aderenti ai criteri di inclusione, sono stati 230 nelle prime 24 ore, 25 nelle 48 ore, 276 nelle 72 ore dall’intervento neurochirurgico. I 1.297 pazienti che non hanno ricevuto il TMO sono stati utilizzati come gruppo di controllo.
Lo studio condotto ha permesso di osservare delle variazioni in tutti gli outcome osservati. La suddivisione per gruppi principali di patologia, come craniostenosi, epilessia, idrocefalo, sindrome della cerniera, trauma, tumori, ha evidenziato quali categorie e fasce d’età mostrano una maggiore sensibilità al TMO. La somministrazione del trattamento osteopatico nell’arco delle 24, 48, 72 ore post-intervento neurochirurgico, invece, dimostra come il TMO potrebbe modificare gli outcome.
Lo studio condotto ha permesso, in primo luogo, di determinare delle variazioni negli indicatori misurati e di valutare la Terapia Manipolativa Osteopatica, clinicamente utile nel migliorare tempi di degenza e carico farmacologico al bisogno; statisticamente significativa nel favorire il rientro scolastico della popolazione pediatrica.
In secondo luogo, la riduzione del dolore e la raccolta qualitativa dell’esperienza percepita nei pazienti trattati con TMO sostengono l’ipotesi che l’osteopatia possa essere utile al sostegno della care pediatrica post-chirurgica
Lo studio “Trattamenti osteopatici nei pazienti adulti con emoglobinopatie: una coorte di studio per la valutazione del dolore e della qualità della vita” è stato realizzato dal gruppo di osteopati pediatrici in forza presso l’AOU Meyer di Firenze sui pazienti affetti da Talassemia Major e pubblicato dall’HSOA Journal of Community Medicine and Public Health Care. Si tratta di un grande traguardo in quanto la Herald Scholarly Open Access è una famosa casa editrice statunitense, leader a livello internazionale nel campo delle scienze per la pubblicazione di articoli di alta qualità. Il dottor Tommaso Casini ebbe l’intuizione di potersi avvalere della consulenza osteopatia per sostenere la Salute dei pazienti con Talassemia, sperando che i trattamenti manipolativi osteopatici potessero impattare sulla qualità della vita, in particolar modo alleviando il sintomo dolore. Fu così che Tommaso Ferroni e Barbara Vanoli, osteopati presso l’ospedale pediatrico, iniziarono a trattare i pazienti durante i frequenti momenti di ricovero per le trasfusioni di sangue. Il progetto di uno studio scientifico nacque poco dopo, dall’idea di una studentessa in infermieristica pediatrica, Sara Zitelli, che riconobbe nell’osteopatia un possibile aiuto. Lo studio venne chiamato “Ostenuta” e fu coordinato dal dottor Daniele Ciofi, responsabile del coordinamento infermieristico, e dalla dottoressa Florinda Fracchiolla del gruppo degli Osteopati del Meyer.
I trattamenti sono stati svolti con una cadenza di una volta a settimana per le prime due settimane e ogni 15 giorni per le tre settimane successive. I dati relativi alla media del dolore percepito sono stati rilevati all’inizio e alla fine del periodo, riscontrando una netta riduzione per ogni paziente. Ciò ha quindi portato alla conclusione che i trattamenti osteopatici possono aiutare in caso di malattie ematologiche sostenendo la Salute e il miglioramento della qualità della vita.
“E’ con molto piacere che sottolineo rilievo e importanza di questo lavoro – afferma il dottor Tommaso Casini dell’UO di Oncoematologia pediatrica Meyer – Il progetto, seppure faccia riferimento a un gruppo ristretto di pazienti, apre la strada verso ulteriori approfondimenti: il sintomo dolore nei pazienti talassemici davvero è quanto maggiormente impatta su qualità di vita e relazioni. Sondare e sviluppare nuove strade che sembrano efficaci nel recare loro sollievo credo sia doveroso e necessario”
Grande soddisfazione anche per il dottor Ciofi dopo la pubblicazione dello studio: “Con molta dedizione da parte di tutti siamo riusciti a progettare e seguire un protocollo di studio, che anche se solo su pochi pazienti si è dimostrato efficace specie nel miglioramento del dolore.”
L’incontro con i pazienti talassemici è stato un momento di crescita e collaborazione sinergica per il team di osteopati pediatrici diretti dal dottor Ferroni. Lo studio ha messo in evidenza i benefici che l’osteopatia può offrire ai pazienti talassemici, aprendo così una riflessione sulla possibilità di includere nell’équipe oncoematologica la figura dell’osteopata, in linea con la necessità di affrontare la gestione di patologie complesse in un contesto multidisciplinare.
La pubblicazione dello studio è un ulteriore passo per far conoscere alla comunità scientifica e non solo, come il trattamento manipolativo osteopatico possa dare un contributo in malattie ematologiche.
Lo studio sull’effetto del trattamento manipolativo osteopatico nei pazienti pediatrici operati di appendicectomia all’interno del reparto di Chirurgia dell’Ospedale Meyerè stato pubblicato su “Frontiers”, una delle piattaforme di pubblicazione accademica più grandi e in crescita.
Da quasi due decadi l’Osteopatia è riconosciuta all’interno dell’ospedale pediatrico Meyer, grazie all’incontro nel 2007 tra il dottor Lorenzo Genitori, Direttore di Neurochirurgia, e l’osteopata Tommaso Ferroni, dal quale iniziò una collaborazione che ha portato all’inserimento dell’osteopatia nelle Unità Operative dell’ospedale e all’apertura dell’Ambulatorio di Osteopatia Pediatrica in regime di convenzione nel dicembre del 2011. In questi anni sono stati pubblicati diversi studi, tra i quali la ricerca sull’efficacia del trattamento osteopatico nella riduzione del dolore, del carico farmacologico e dei tempi di degenza in neurochirurgia pediatrica. La collaborazione tra medici e osteopati si è ulteriormente sviluppata grazie alle sinergie nate presso la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, dove è docente anche il dottor Roberto Lo Piccolo, Chirurgo del reparto di Chirurgia pediatrica del Meyer, dal quale nacque l’idea dello studio sui pazienti operati di appendicectomia.
Lo studio si è basato sull’effetto del trattamento manipolativo osteopatico relativo alla durata della degenza e al sollievo dal dolore in pazienti pediatrici sottoposti ad appendicectomia, una delle emergenze chirurgiche non traumatiche più frequenti nei bambini. Il recupero postoperatorio nella chirurgia open spesso comporta dolore, ritardo della funzione intestinale e mobilità ridotta, la sinergia tra chirurgia mininvasiva e trattamento osteopatico sembra essere promettente in quanto ci può essere un miglior recupero e in tempi più brevi.
I trattamenti sono stati effettuati tra il 2020 e il 2021 su 43 pazienti di età compresa tra 5 e 17 anni, con due sessioni fatte entro 48 ore dall’intervento di appendicectomia laparoscopica. Si tratta di uno studio clinico pilota, non randomizzato e controllato nel tempo.
Gli esiti primari includevano il dolore postoperatorio (valutato tramite la scala di valutazione numerica) e la degenza ospedaliera. Gli esiti secondari includevano la funzionalità intestinale, la mobilizzazione e la nausea/vomito.
L’esito più significativo è stata la durata media della degenza ospedaliera: i pazienti sottoposti a trattamento osteopatico hanno avuto una degenza media di 4,6 giorni, rispetto ai 7 giorni del gruppo di controllo. Questa riduzione non solo riflette una forma di prevenzione terziaria, minimizzando le complicanze e supportando il recupero funzionale, ma ha anche importanti implicazioni economiche, riducendo i costi di ospedalizzazione per il sistema sanitario.
Sono state inoltre riscontrate riduzioni del dolore addominale e alle spalle maggiori rispetto al gruppo di controllo.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto lo stesso protocollo, che includeva rilascio miofasciale, mobilizzazione viscerale e drenaggio linfatico, finalizzato a ridurre le restrizioni fasciali, affrontare potenziali aderenze e migliorare la mobilità diaframmatica e viscerale.
Le procedure chirurgiche, in particolare quelle addominali, rappresentano un notevole carico infiammatorio e metabolico, che potenzialmente porta a disfunzioni in questi domini. Il trattamento osteopatico, agendo sulle strutture somatiche e viscerali, può aiutare a modulare la segnalazione interocettiva e il tono autonomico, migliorando così la capacità di recupero dell’organismo.
“Il dialogo tra discipline diverse trova spesso punti di incontro e stimoli di confronto e ricerca – afferma il dottor Lo Piccolo, Chirurgo presso AOU Meyer – Questo è ciò che è accaduto tra chirurgia pediatrica e osteopatia. Lo studio preliminare ed innovativo pone l’attenzione su una sinergia dei trattamenti per migliorare l’out come dei pazienti pediatrici. Sicuramente saranno necessari ulteriori studi ed una più ampia raccolta di dati per approfondire questo interessante argomento.”
“Concordo con il dottor Lo Piccolo – afferma Tommaso Ferroni, Osteopata Pediatrico AOU Meyer – il dialogo e il confronto fra osteopati e medici, favorito dalla condivisione di momenti didattici presso la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, ci ha portati a pensare di costruire questo progetto di ricerca. Arrivare a pubblicare questo studio è frutto di anni di lavoro, anni di spiegazioni di come l’osteopatia poteva essere utile per i bambini operati, ricoverati nelle varie unità operative del Meyer. Il ringraziamento più grande va al dottor Genitori che ha creduto nel l’osteopatia fin dal 2007 quando sono iniziati i nostri incontri, senza di lui l’osteopatia al Meyer non ci sarebbe. Grazie al dottor Lo Piccolo e al dottor Cantagalli che hanno creduto nel progetto e lavorato in tutte le fasi e al loro direttore Morabito per aver avvallato lo studio e grazie alla mia collega Fracchiolla per l’impegno nei trattamenti dei bambini e nella raccolta dati.”
Attualmente, presso l’AOU Meyer, si stanno mettendo le basi per i prossimi studi clinici volti a valutare l’impatto dei trattamenti manipolativi osteopatici da inserire poi nei protocolli di cura postoperatoria.